Finito.
E mamma mia che tristezza! Tragggedia!!
Bello eh, pero' insomma... mi e' tornato in mente il perche' del fatto che io non abbia mai amato il Silmarillon: probabilmente bisogna essere di una certa eta' e motivati in un certo modo. Ad ogni modo, una storia epica, carica di simboli e temi che vanno dal religioso al classico della tragedia greca, priva di alcun senso di speranza e di Bene che alla fine trionfera'. E forse il fatto che uno se lo aspetta che il bene trionfa, e che anche nelle storie piu' tetre c'e' sempre un pizzico di umanesimo, la tensione di un uomo che lotta e che infine una qualsivoglia piccola vittoria la consegue... bhe' qui ogni vittoria e' effimera: sticazzi che Glaurung muore, quel che viene dopo e' pessimismo e tragedia allo stato solido.
Che poi rispecchia paro paro la copertina del libro: rigida, colori tetri dominati dal grigio, bordato d'oro con un segnalibro rosso. Un certo spessore ma col carattere grande, ma dall'odore della carta e dall'aura che emana capisci essere non una fregatura ma una presa di coscienza della propria importanza.
Insomma, il libro si da' un tono e alla fine c'aveva ragione lui.
giovedì 15 maggio 2008
I figli di Húrin
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